© 1982 Dimitri NICOLAU - SIAE, Italy UE

Dimitri NICOLAU
CANTI DALLA RESISTENZA op. 31 (1979)
Cantata in dieci Quadri ed un Epilogo
con Soprano, Contralto, Baritono, Voci Recitanti e Orchestra Sinfonica
Prima realizzazione 13 Novembre 1982, nella stagione dei concerti della Istituzione Sinfonica Abruzzese, Auditorium del Castello, L'Aquila

Libretto

N. 1   INTRODUZIONE ORCHESTRALE

 

N. 2   PRIMO QUADRO
Attrice

Attrice:  In un paese lontano lontano, nel dicembre del 1971, sotto la dittatura, un detenuto, durante il suo lungo periodo di isolamento in una cella, tra le altre poesie ha scritto anche quella che segue. Sono scene e ricordi di un interrogatorio durato due mesi e mezzo.

 

N. 3   SECONDO QUADRO
Attore e Orchestra

Attore:  (con rigore drammatico e senza enfasi) Legato mani e piedi su un letto di ferro . sono legato e le catene stringono forte il mio corpo. Attorno a me corvi che vogliono lacerarmi, schiavi dei tiranni.
Schiavi dei tiranni dalla forma umana percuotono le piante dei piedi con legni, spengono sigarette sulla mia pelle. sul mio volto insanguinato puntano pistole. Ininterrottamente urlano insulti e minacce.
Coloro che hanno disertato mi chiamano disertore. Loro, che hanno tradito, mi chiamano traditore. Loro, su cui domani il popolo sputerà, sputano su di me.
Mi chiamano prostituto e lo scudiscio segna nuovi solchi di sangue, ferite che s'aprono come bocche incredule.

Orchestra

            Le strisce di sangue cambiano il colo della mia pelle. Ma loro imperterriti mi battono ancora e ogni tanto cercano di far crescere il dolore con metodi nuovi. Più volte ho morso le mani che mi tappavano la bocca e il naso. Ora la mia testa è avvolta in una coperta e il cielo è sceso sui miei occhi pieni di stelle.

Orchestra

            Il mio corpo ora si agita per sentire un poco d'aria. Immerso nel sudore, un poco d'aria, un poco d'aria soltanto. E loro, senza fretta, urlano e sghignazzano, mi burlano miseramente e questo perché? Solo per giocare con i coglioni di chi sta legato. E senza avere fretta mi descrivono cosa m'aspetta, senza avere fretta. Uno mi vuole dare dei consigli! Si sa, recita la parte del buono. Non lo ascolto nemmeno. Un brivido in tutto il corpo. i miei lamenti. i miei lamenti, i miei lamenti li soffocano le loro disumane risate. Ascoltatele, le loro risate.

Orchestra

            Senza voce, stanchi e sudati, senza alcun sistema, ormai mi colpiscono tutti insieme e dove capita, urlando. Una macchina in un angolo di strada muggisce e soltanto una. una voce umana si sente nella confusione. una radio. Sembrano impazziti. Mi picchiano con che capita. Sui muri e sul pavimento e dove guardo, compaiono fiori fiammeggianti, fiamme d'altri mondi, ballando ritmi frenetici. Tutto gira intorno a me e presto svanisce.

            Mi trovo in un'altra stanza. Altri volti si aggiungono a quelli vecchi. Volti nuovi, ma l'espressione resta disumana lo stesso. Alcuni vestiti di bianco. e se sui loro camici si trova ancora attaccato qualche simbolo antico, per loro non conta più nulla: il giuramento di Ippocrate, loro, lo hanno da tempo cancellato. Loro, il giuramento di Ippocrate lo hanno da tempo cancellato.

            Scene di vita. Momenti che ho vissuto. Ricordi. E se dagli occhi vedrete sgorgare delle lacrime, non crediatele espressione di disperazione. Sono soltanto una promessa, promessa di lotta.

 

N. 4   TERZO QUADRO
Solisti, Orchestra, indi Recitanti

            Solisti:   Voci rauche. Voci di tiranni. Voci si sentono ovunque e ovunque rispondono: evviva! di schiavi per i tiranni.

            Recitanti:   Voci rauche. Voci di tiranni. Voci si sentono ovunque e ovunque rispondono: evviva! di schiavi per i tiranni.

            Solisti:   Vite che se ne vanno. Sangue che scorre.

            Recitanti:   Vite, vite che se ne vanno... Sangue, sangue che scorre.

            Attore:  E il dolore resta nelle viscere di chi vuole ancora vivere.

            Attrice:  E il dolore resta nelle viscere di chi vuole ancora vivere.

            Solisti (corale):  In quelle viscere nascono e crescono e pronte aspettano le Erinni. Schiavi e tiranni, il sangue che scorre le Erinni non lo dimenticano mai. Schiavi e tiranni, siete ugualmente responsabili se tarda a rinascere la libertà. Schiavi e tiranni, piangerete insieme quando sarà l'ora della libertà.

Attacca un melisma del Soprano

 

N. 5   QUARTO QUADRO
Attrice e Orchestra

            Attrice:  La notte che ci ha separati l'un dall'altra, notte infatuata, notte di miraggi.

Attacca l'Orchestra

            Attrice:  La notte che ha portato te in prigione sull'isola deserta e me all'esilio in una straziante Parigi, la notte. Dalla tua cella guardi la tua vita densa di senso. la notte dei miraggi. la notte. Sapevo che ti avevano torturato, ma non sapevo come; oggi solo l'ho saputo in questo straziante esilio dove non ho dimora fissa. Non so dove ti trovi né come stai, ma a sapere che ti tengono stretto nella falange rovesciandoti addosso l'acqua per non farti svenire. tutto questo mi fa venire il sangue nel cervello, mentre tu, come dice il rapporto, hai il sangue anche nelle urine.

Orchestra

Il tuo arresto, il tuo scomparire, è passato quasi inosservato perché tu non scrivevi musica, tu non stavi tenendo il diario della tua resistenza. Ma nulla sarà dimenticato. Un giorno ci troveremo l'una di fronte all'altro, più maturi e diversi e insieme e nulla verrà dimenticato.

Sul canto delle donne

La notte che ci ha separati l'un dall'altra. Notte infatuata. Notte di miraggi. Ma io verrò, e per raggiungerti dovrò uccidere gli aguzzini.

Alla fine della musica

(muta in tono narrativo)  In una piazza fuori dalle mura di un carcere è radunata una gran folla di donne di tutte le età. Sembrano molto inquiete, preoccupate. Avviciniamoci per sentire meglio cosa sta succedendo. Ecco, tutte quelle persone chiedono insistentemente e fermamente notizie dei loro parenti, dei loro amici di cui da molto tempo non sanno più nulla. Scomparsi, dispersi. E. volete sapere cosa rispondono loro due rappresentanti delle autorità? Bene, ascoltate.

 

N. 6   QUINTO QUADRO
Recitanti, Solisti e Orchestra

            Attore (interrompendo bruscamente il preludio orchestrale):  State fermi! Cosa volete? Siete impazziti a volervi gettare nella mischia con gli occhi accecati di pietà? Sarebbe come voler salvare uno che affoga in mezzo all'oceano, voi che a stento sapete nuotare!

            Attrice (con tono benevolo):  Chi siete voi? Vi si sente gridare da lontano come dei miliardari che decidono le sorti del mondo. E state zitti! Rientrate nelle vostre case a salvaguardare quel poco che avete.
TURATEVI GLI ORECCHI SE VOLETE MORIR VECCHI.!

Orchestra

            Attrice:  Basta, non fate domande a chi ha bisogno di aiuto.

            Attore:  Se vi risponde, che fate?  Non potete. non potete. TURATEVI GLI ORECCHI SE VOLETE MORIR VECCHI.!

            Solisti:  TURATEVI GLI ORECCHI SE VOLETE MORIR VECCHI.!

            Attore:  Non domandate mai, non chiedete. La risposta dello sventurato non può che coinvolgervi nella sua sventura.

            Attrice:  Voi che siete troppo deboli, non sentirete mai il grido di chi muore.

            Solisti:  TURATEVI GLI ORECCHI SE VOLETE MORIR VECCHI.!

            Attrice:  Le lotte di chi sta in alto sono diverse dalle lotte dei poveri perché chi vive in basso quasi inspiegabilmente cade.

            Attore:  Un lieve urto basta a rovesciarlo.

            Solisti:  TURATEVI GLI ORECCHI SE VOLETE MORIR VECCHI.!

 

N. 7   SESTO QUADRO
Attrice e Violoncello solo

            Attrice (Attacca sulla risonanza del gong):  .Ma, nella notte della Polizia trattengono un muratore. Scriveva, dicono, slogan sui muri. Con le tenaglie gli strappano le unghie una dopo l'altra come se sfogliassero margherite: "M'ama, non m'ama?". Ma adesso è: "Libertà o morte?". Al quinto dito tocca a "libertà", al decimo "morte". Invece di ucciderlo, gli chiedono di formare a favore del regime. E lui risponde: "Le mie mani sono fatte per montare e smontare impalcature, non sanno, anche se lo volessero, tenere la vostra penna. Un muratore torturato non significa una casa in meno". . Nella notte della Polizia resiste un muratore.

PRIMA DANZA

 

N. 8   SETTIMO QUADRO
Attore e Corno solista, indi Contralto

            Attore:  Ho dato vita ai muri della mia prigione. Gli ho dato voce. Così, per avere una compagnia più amichevole. E i miei aguzzini si rompono la testa per scoprire dove ho trovato il colore per disegnare. I muri della mia cella trattennero il segreto. E quelli là a cercare, a frugare dappertutto per trovare il colore. Che imbecilli! Non gli è venuto in testa nemmeno per un attimo di frugarmi nelle vene. Mi chiamano prostituto, traditore, venduto. Ho dato vita ai muri della mia prigione.

Attacca "Lamento" del Contralto

 

N. 9   ARIA
Baritono e Orchestra

Il più bello dei mari è quello
È' quello che non navigammo
Il più bello dei nostri figli non è ancora cresciuto
Il più bello dei nostri giorni non l'abbiamo ancora vissuto
E quello che ti voglio dire di più bello
Non te l'ho detto ancora.

Attacca  SECONDA DANZA

 

N. 10   OTTAVO QUADRO
Attrice e Orchestra

            Attrice:  La vita non è uno scherzo. Prendila sul serio senza aspettarti nulla dall'aldilà. Dovrai soltanto viverla.

Attacca Orchestra

La vita non è uno scherzo. Prendila sul serio, ma sul serio a tal punto che a sessant'anni ti innamorerai ancora e a settanta pianterai degli ulivi, non perché restino ai tuoi figli, ma perché non avrai paura della morte e la vita peserà sempre di più sulla bilancia.
Non vivere come un inquilino o in villeggiatura nella natura. Credi al grano, al mare e alla terra, ma soprattutto ama l'uomo.
Guarda le nuvole, leggi i libri, usa le macchine, ma innanzi tutto ama l'uomo.
Senti la tristezza del ramo che si secca, del pianeta che si spegne, dell'animale infermo, ma senti innanzi tutto la tristezza dell'uomo.
Che tutti i beni ti diano gioia, che l'ombra, il chiaro e le quattro stagioni ti diano gioia, ma che soprattutto l'uomo ti dia gioia.

 

N. 11   NONO QUADRO
Attore, Attrice e Orchestra

            Attore:  Amo in te, amo in te l'avventura della nave che va verso l'ignoto. Amo in te l'audacia dei giocatori e delle grandi scoperte. Amo in te le cose lontane e quelle profonde. Amo in te l'impossibile.
Entro nei tuoi occhi come in un bosco pieno di sole e sudato, affamato, infuriato, ho la passione del cacciatore nel cercar la tua carne. Amo in te l'impossibile. Ma non la disperazione.
           
. Ho sognato. ho sognato della mia bella.

            Attrice:  In questa notte. sono piena delle tue parole, parole eterne come il tempo, come la materia. Dalla tua carne, dalla tua testa, dal tuo cuore mi sono giunte le tue parole cariche di te. Erano amare, erano tristi, erano allegre, piene di speranza, erano coraggiose, eroiche, le tue parole. Erano uomini.

            Attore:  Benvenuta, donna mia, benvenuta! Hai posato il piede nella mia cella e il cemento è diventato prato. Hai riso e rose hanno fiorito tra le sbarre. Hai pianto e perle son rotolate sulle mie mani. Ricca come il mio cuore, cara come la libertà è adesso questa prigione. Benvenuta, donna mia, benvenuta!

Breve pausa sull'orchestra che continua

            Attrice (con grande intensità emotiva):   . I tuoi occhi, i tuoi occhi, i tuoi occhi.
Che tu venga all'ospedale o in prigione, nei tuoi occhi porti sempre il sole.

            Attore (con grande intensità emotiva):   . I tuoi occhi, i tuoi occhi, i tuoi occhi.
Quante volto hanno pianto davanti a me. Son rimasti tutti nudi i tuoi occhi, nudi ed immensi come gli occhi di un bimbo. Ma non un giorno han perso il loro sole.

            Attrice:   . I tuoi occhi, i tuoi occhi, i tuoi occhi. Verrà giorno, mia rosa, verrà giorno che gli uomini si guarderanno l'un l'altro con i tuoi occhi, amor mio, si guarderanno con i tuoi occhi.

            Attrice e Attore (crescendo di intensità, alternandosi e sovrapponendosi):   . I tuoi occhi.  i tuoi occhi, amore, amore mio, i tuoi, i tuoi occhi. i tuoi occhi. (Sfumando lentamente con la voce, lasciando ai suoni sovracuti dell'orchestra la conclusione).

 

N. 12  QUADRO FINALE
Solisti e Orchestra

            Solisti:  Dalla finestra della mia cella, fra sbarre che niente corrode, ho visto proprio sul muro in una crepa fonda il germe di un bel fiore che domani spunterà.
O fiorellino, o mio bel girasole, segui tu l'andamento del sole e al posto mio bevi la vita pure s'io soffro del peggiore mal.
M'hanno gettato in cella di rigore. Che freddo! Ahi, ahi!

Quel grosso fiore è un bel girasole,
guarda per me la luce del sole,
beve la vita pure s'io soffro del peggiore mal.
O ribellione, o fior d'opposizione,
porta il sole in questa città.
O fiorellino, o mio bel girasole
segui tu l'andamento del sole
e ne bevi e ne succhi la vita
pure s'io soffro del peggiore mal.

 

N. 13   EPILOGO
Attore

            Attore:  Anche questa mattina mi sono svegliato, mi sono svegliato. e il muro, la coperta, i vetri la plastica il legno, si son buttati addosso a me alla rinfusa, e la luce d'argento annerito della lampada.
Mi si è buttato addosso anche un biglietto di tram e il giallo della parete e tre righe di scritto e la camera d'albergo e questo paese nemico, e la metà del sogno caduta da questo lato si è spenta.

Mi si è buttata addosso la fronte bianca del tempo e i ricordi più vecchi e la tua assenza nel letto e la nostra separazione e quello che siamo.

Mi sono svegliato anche questa mattina e. ti amo.

Crescendo e chiusura orchestrale

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Alcuni testi poetici di:

Alessandro Panagulis
 "Legato mani e piedi", “Schiavi e tiranni”
,“La tinta”
T
raduzione dal greco di Dimitri Nicolau

Vassilis Vassilikos
"Nella notte della Polizia", "Laka Suli"
Traduzione dal greco di Dimitri Nicolau

Bertolt Brecht
"Brotladen" (breve frammento)

Nazim Hikmet
"Poesie d'amore"
Traduzione di Joyce Lussu

Enzo Pagnani
"Al fior d'opposizione"

Dimitri Nicolau
Libretto, testi originali e drammaturgia

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