Dimitri Nicolau

 

COMMEDIA ARMONICA

Cantata "popolare" con Coro misto e Orchestra op. 99 (1990)

Liberamente ispirata dal madrigale "Il cicalamento delle donne  al bucato" di A. Striggio

Libretto dell'autore

 

Orchestra Sinfonica Abruzzese  e Corale "Novantanove"

Pierangelo Castellani, maestro dei coro

Erasmo Gaudiomonte, direttore concertatore

 

E' l'alba di un giorno di primavera.

Alla riva di un fiume. Introduzione orchestrale durante la quale si vedono dei cacciatori

attraversare il ponte del fiume, dei contadini che si avviano verso i campi e dei pastori

che portano ad abbeverare il gregge.

Una barca con dei suonatori scende lungo il fiume lentamente.

 

Coro maschile :  Ecco ridente maggio

Ecco quel nobil mese

che carico di fiori

vien a dar imprese

a' nostri cuori.

Ecco la primavera

ecco il tempo novello

tomar che più mai bello e più giocondo.

Tutto lo mondo si mantien per fiore

e per lo fiore si mantien amore

e io son fiorito e vado più fiorendo

e più fiorisco più in fior m'intendo.

 

Un folto gruppo di donne scende al fiume con grandi cesti pieni di panni per fare il bucato

 

Uomini : Buon giomo belle donne 

Donne : a te il buon anno

Uomini : a te il buon anno

Donne : O tu, sei Pasquella?

Come la fai col tuo leggiadro amante?

Ma l'è che l'arrogante mi fugge e mi disprezza

né mi lascia pelar le ciglia

né imbiancarmi il viso.

Il mio con dolce viso mi donò

un bel bacio l'altra notte.

Uomini : Il suo con dolce viso

le donò un bel bacio l'altra notte.

Donne : Sai tu questa novella?

  Che ?!  

  La figlia di Lucio, mio vicino, vuoi maritarsi.

Uomini : Che è quel che dici?

Donne : E quella del fornaio vuol maritarsi anch'essa.

Uomini : Non è gran meraviglia! 

Tosto ne vien quel che altrui non aspetta.

Donne : Tosto ne vien quel che altrui non aspetta.

Venendo ieri dal ballo il mio drudo scontrai che mi fe' dono

di un pettine di sei fusi e di uno specchietto.

(Un'invidiosa): Ohimè, quanto belletto si pone mai

certa vecchia ch'io conosco!

Uomini : (a parte sottovoce): Ti parti cor mio caro

mi lasci in pianto amaro

e senza alcun riparo

l'anima senza te.

Non ti partir da me

eh, cor mio caro

per la tua fe'!

E pur se voi andare

ricorda di tornare

mia vita non può stare un'ora senza te.

Non ti partir da me

deh, cor mio caro.

Donne  : (Un'altra invidiosa):  Saria mai quella da quell'occhio losco

ch'è sì gentil e destra cavaliera ?!

Donne :  Dove ne andavi l'altra sera?

               A portar di voler di mia padrona

questo filato bello ad imbiancare.

Uomini : E' lei!

               mia vita, il mio amore!

Donne : Attende più l'amore?

Uomini : Attende più l'amore?

Donne : Più che mai. E a dirtelo in segreto

me ne voglio partir tre quattro giorni

e faccia poi l'amor con chi le piace!

Uomini : più che mai

Donne : buon pro le faccia!

Uomini : buon pro le faccia.

 

Una prima mano del bucato è fatta

 

Donne : Lo sai che la fante dell'oste,  mio vicino, è maritata.

Uomini : E'?

Donne : E' maritata con uno che si chiama

Boccalino che la tien ristretta per gelosia in una cameretta

Uomini : Ho inteso anch'io che questo

non è froda

No, certo no.

Già, è maritata con uno che si chiama Boccalino

che la tien stretta per gelosia in una cameretta.

Donne  : Che mi dici? per gelosia!

Questo è ben peggio

Uomini : Si, l'ho inteso anch'io.

Donne : quest' è ben peggio, sì.

Uomini : Quest'è ben peggio.

Donne : Oh! vedi, vedi il nibbio che porta

un pulcino; gridate, gridate. - ahi, ah, ahi, ehi, .. sciò!

Uomini : Oh! vedi il nibbio;

gridate: ahi, ahi, ahi, oh!

Donne  e Uomini : Ti si secchi il becco uccel rapace

  lascialo andare.

Uomini : Oh quanto mi dispiace

Donne : che cosa per tua fe'?

Uomini : quel che monna dice

Uomini  e Donne : che una radice la magna

  nanti pasto Ser Petruccio.

Donne : l' ho udito dire anch'io.

Uomini  e Donne : e peggio, il Lollo amico mio

che a mattin levossi col capo

nelle brache di Galante!

Così disse la fante.

Deh, taci per tua fe'

non più contrasto.

 

Durante il breve interludio musicale, la scena cambia.

Ora ci troviamo in un bosco con un mulino sul fondo.

 

Uomini : Quanto bella t'ha fatta la tua mamma

T'ha fatta bella e t'ha messo un fiore

l'ha messa alla finestra a far l'amore

Oh rosa

Oh rosa gentilina

T'ha fatto bella e t'ha messo una rosa

t'ha messo alla finestra a far la sposa.

 

Donne : Ah se potessi esser  n' uccellino

avessi l'ale da poter volare

vorrei salire su quel finestrino

dove sta lo mio amor a macinare.

Macina mugnain che l' acqua è fonda

Uomini : non passo macinar

!'amor mi abbonda

Donne  : macina mugnain che l'acqua fugge

Uomini : non posso macinar

l'amor mi strugge

 

La scena torna sulla riva del fiume.

Le lavandaie sono in pieno lavoro.

Un gruppo di contadini portano ad abbeverarsi dei cavalli.

 

Donne : Non ti ricordi quando venne a

marito quella villanella qual si pensava

che la sua bellezza mai non mancasse?

Uomini : Non ti ricordi quando venne a marito?

Oggi fa un anno

Si, quella villanella che la sua bellezza mai non mancasse.

Uomini  e Donne : Suo danno se fu stolta!

Ora tu vedi com'ella sta.

Io ti vorrei pur dire

ma tu te ne vuoi gire.

Donne : Io partir dovrei

Uomini : Perché?

Donne : Io partir dovrei

perché madonna spesso mi costringe

a far pane e bugada in un sol giorno

ma l'amor del mio Ruspa mi ritiene.

Uomini : A far pane e bugada in un sol giorno?

Uomini  e Donne : Ciascuno vive in pene ....   che hai tu?

Donne : Non saprei dire se non ch'io sento

un certo pizzicore arde nel core.

Uomini : Forse sarai ammalata.

Donne : E' più presto un terror ch'io ho chius' in l'ossa per la fantasma

che m'apparve ier sera.

Nol dire se tu non voi ch'altrui il sappia.

Lasciamo stare

Uomini : E' più presto un terror ch'io ho chius' in l' ossa

per la fantasma che m'apparve ier sera. ah! ah! ah!

Lasciamo stare.

Uomini  e Donne  : Volete ch'io vi faccia smascellar

dalle risa tutte quante?

Donne : Si, dì presto.

Andando a casa (ah! ah!, nol posso dire)

mi venne incontro quel che tanto m'insegue per la via

oh, che voglia ebbi io di lavargli il viso!

Uomini : Eh!, eh!, eh!

Ti volea forse stropicciar la schiena? Ah!, ah!, ah!.

Donne : Stropicciar la schiena, se 'l meritava?

E perché pazzerella, non sono uomini anch'essi?

E io ti dico.

Su dimmi presto.

Almen l'avess' io fatto!

"Gran mercé, speranza mia, mi raccomando a voi", m'avrebbe detto.

 

Entra un carro di suonatori gitani dai vestiti variopinti e con diverse mascherature.

Le lavandaie interrompono il lavoro.

 

Uomini  e Donne : Sonatemi un balletto col mio amor vogl' io danzar.

Ch'io trovo gran piacer nel ballo a dirvi il ver.

S'accordi ogni strumento

la mia donna è pronta già

il mio drudo è pronto già.

Sonate, sonate, sonate.

 

I suonatori sul palco attaccano

eseguono quattro danze:   1.  Danza contadina

2.  Danza moresca

3.  Danza dei "rubabaci"

4.  Saltarello

 

dopo il gran ballo tornano tutti alle proprie faccende

 

Donne : Orsù, stendiamo questi panni

mentre ha gran forza il sole.

Uomini : A' fatti.

Donne : Dite il vero, ma voi madonna perché vi fate vostra quella tela

che adoprò a' miei bisogni

al fin del mese?

Dici a me?

Sì.

Ti sbagli se tu credi

sia tuo questo straccio che mai fosse.

E io dico che è mio.

Non dici il ver.

Tu menti per la gola.

Aspetta mi bugiarda megera, ladra, mariola.

Porca sei tu, sei tu.

Aspetta mi megera, mariola, ladra,

porca sei tu, donna mariola.

Uomini  : Va, va trova i birri.

Donne  : E tu, d'osti e giudei.

Traditora, to' questo (le da uno schiaffo).

E tu quest'altro! Ah! poltrona to'

questo to' .... Ahi!.

Uomini : E che diavol fatte?

Vi volete distruggere da voi stesse

e cavar gli occhi?

Donne : ahi! Ti venga la peste.

Ahi!. Ingorda lupa, lascia i capelli.

Uomini : Stat' addietro, basta, tienla stretta.

Donne : E tu nomini pelare, lascia, ahi!

Uomini : Su presto fate pace e cantiamo

 

Uomini  e Donne : E cantiam qualche verso con bella voce

Comincia tu....

 

Il sole sta calando lentamente

 

Donne : che fa lo mio amore che non viene?

L'amor d'un'altra donna se lo tiene.

Oh! quant'è pazzo e ancor più pien d'errore

chi la vecchiezza aspetta per far l'amore.

Uomini : Chi non sarìa più di me felice

se tu goder volessi della radice. Ah!, ah!, ah!.

Donne :  Oh!.

 

E' quasi sera

 

Donne : Olà, brigata, è tempo di partirsi

ch'è sera ormai.

Uomini : Partiam.

 

Raccolgono i panni stesi

 

Uomini : Salute belle donne, e buona notte.

Donne : Arrivedersi.

Quando?

Doman mattina al forno.

Sta certa. Sarai di buon ritorno.

Buona notte.

 

Uomini  e Donne : Ecco ridente maggio.

 Ecco quel nobil mese

 che carico di fiori vien a dar' imprese a' nostri cuori.

 Ecco ridente maggio

 Che carico di fiori

 a noi fa dolce invito

 a nuovi amori.

 

La barca con i suonatori sparisce dietro la curva de! fiume.

Un folto gruppo di donne risale la strada che porta di sopra, verso il caro colle. 

 

 

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